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Roma, Ostia!

Roma, Ostia!

Vado spesso a Roma, sin da quando ero ragazzina, prima per i campionati nazionali di nuoto ed il Settecolli (Internazionale di Nuoto), poi per visitare amici e parenti.

Ogni volta mi colpiscono scorci nuovi, vivo il fascino di una grande città carica di storia e bellezza, osservo con curiosità le idiosincrasie di un gioiello eterno che spesso viene offuscato dagli esiti di una cattiva gestione.

Il fascino di Roma sta anche in questo; tra un negozio di souvenir e un bus turistico si notano negozietti di quartiere, terrazzi colmi di piante, mercati rionali ed un caleidoscopio di biodiversità!

Se hai la fortuna di trovare parcheggio, osserva bene le auto in sosta: potrebbe essercene qualcuna che ha messo radici, che è diventata substrato per nuove forme di vita, colonizzata da diversi tipi di vegetali.

 

Si parte per Roma in treno, di quelli che mediamente viaggiano ad alta velocità, ed immancabilmente ti viene fame dopo poco, non importa l’orario; essenziale portarsi i panini o, al ritorno, un trancio di pizza con le melanzane fritte o con fiori di zucca ed alici (ah…la pizza al taglio romana! Ma come fa ad essere così croccante, morbida, buona?

Solitamente siamo ospiti ma il virus, sempre quello, costringe ancora a quarantene quindi abbiamo ripiegato su un comodissimo, nuovo e silenzioso b&b in zona Cipro (Ziani Vatican Boutique ), a pochi passi da Piazza San Pietro, dove il proprietario Marco ci ha accolto con attenzione e cortesia. Un nuovo punto di riferimento nella capitale.

Per prepararci alla prima cena romana, abbiamo iniziato con un aperitivo alla Baja lounge bar, dando prima una sbirciata dall’esterno alla stupenda Ara pacis: il bar /ristorante galleggiante è affascinante ed i cocktail proposti sono buoni sebbene a mio avviso il locale risulti un po’ caro.

Abbiamo proseguito la serata alla trattoria Sale Fino (zona Corso Trieste/Villa Ada), provando ottimi piatti e un po’ meno entusiasmanti vini: peccato, con una tale qualità in cucina ci sarebbe voluto un tocco in più al servizio del vino.

Per chi non lo sapesse, il costo delle bottiglie di vino al ristorante subisce un ricarico notevole, decrescente man mano che il prezzo del vino al produttore/rivenditore sale; tale ricarico è legato al comprensibile lavoro di creazione di un’adeguata carta dei vini, alla conoscenza dei prodotti offerti e alla capacità di descriverli ed abbinarli al menù proposto ed infine, ma non meno importante, alla giusta modalità di servizio.

L’errore molto comune, che faccio notare puntualmente e gentilmente, è la temperatura di servizio; un vino rosso che esprime le sue migliori caratteristiche gusto-olfattive a temperature di 16-18°C, se servito a temperatura ambiente di 22°C, non è lo stesso vino perché le note alcooliche predominano sugli altri profumi, impedendo di percepirne le caratteristiche e le complessità.

Filippica da sommelier a parte, al Sale fino ci tornerò volentieri per provare gli altri piatti nel menù; i mezzi paccheri con carciofi, pecorino di fossa e mentuccia erano ottimi e il secreto iberico con ketchup di mele, patate e sedano rapa squisito.

Il giorno seguente breve gita a Fiumicino, giusto il tempo per un cartoccio di pesce fritto preso da Osteria del pesce Mimmo e mangiato lungo le banchine del porto; l’obiettivo della giornata era infatti la visita al Parco Archeologico di Ostia Antica.

Sarebbe stata una semplice passeggiata tra pini marittimi e rovine archeologiche se non avessimo incontrato una guida preparata e brillante come Massimo Marani; Massimo ci ha condotti tra le pietre antiche con grande leggerezza e competenza, regalandoci un’emozionante e tanto esilarante viaggio nella storia.

Solitamente sono i ristoranti che fissano indelebilmente un luogo nella mia memoria: Massimo è riuscito nell’impresa di fissare un’immagine mnemonica di Ostia antica.

Ricorderò sempre la guida istrionica appoggiata al bancone di pietra dove si servivano, illo tempore, ceci e rape accompagnate da uova sode conservate in acqua acidula, il tutto accompagnato da un vino imbevibile, direi acetico….altro che temperature di servizio!

Massimo! Prepara la biga e lo sconto fedeltà perché torneremo a Roma e avremo bisogno di una guida per visitare tutto il resto!

Dopo le immagini delle uova sode sotto aceto, avevamo bisogno di risollevare le papille gustative e i nostri ‘istant relatives’ sono stati grandiosi nel prepararci una ‘semplice‘ cena a base di pizze al taglio (prese da Pizza Gegè), mozzarella di bufala campana freschissima, tramezzini e bottoncini ripieni (presi da Sabotino – Via Sabotino 19) e zeppole di San Giuseppe per dolce.

Una giornata intensa, divertentissima e gustosissima, dall’inizio alla fine.

Alla prossima portata!

 

Gita ad Ostia:

Roma, la diversa: