
lato B
Sono stata a diverse fiere e degustazioni, sempre dal lato A del banchetto, quello del degustatore.
Per me girovagare per banchi di assaggio è divertimento, curiosità, allenamento dei sensi; a volte vado alla ricerca indirizzata verso alcuni vini mentre altre volte a caso e mi lascio guidare dal flusso della giornata, dall’umore, dalle proposte dei miei compagni di degustazione, dalla sete.
Ad ogni degustazione colgo spunti interessanti: colori, profumi e gusti che mi emozionano, incontri caldi e divertenti, riflessioni, dubbi e voglia di stappare altre bottiglie.
Ho assaggiato, domandato, osservato e mi sono sempre chiesta quanto potesse essere impegnativo per i vignaioli stare in piedi per ore, parlare per giornate intere e ripetere spesso le stesse cose a decine e decine di persone.
Grazie all’azienda Le Driadi Slow Farm mi è stato possibile vestire i panni del vignaiolo e vivere il lato B del banco d’assaggio.
Fronte e retro delle etichette.
Il punto di vista cambia radicalmente e si fa decisamente complesso ed affascinante.
Il lato A è centrato prevalentemente sulle fasi della degustazione di un vino ed in misura minore su altri aspetti, a seconda della curiosità del degustatore e della disponibilità del produttore a interagire.
Il lato B presuppone una conoscenza profonda dell’azienda durante tutte le attività, dalle stagioni in vigna alle fasi di vinificazione, passando per gli alti e bassi dei vignaioli, le gioie e i dolori, la passione e la ricerca, l’entusiasmo e la gestione pratica di tutte le variabili e di tutte le criticità.
Raccontare i vini significa conoscerne pregi e limiti, saperne comunicare le qualità, legarli ad aneddoti e a curiosità, restituire al degustatore le immagini della vigna e del mosto in fermentazione, delle grandinate e del lavoro che ne consegue, regalare aromi ed emozioni.
Altro che “rosso rubino-consistente-fruttato-sapido-persistente”!
Serve anche la tecnica di degustazione per raccontare un vino, ma non è certo questa che restituisce l’anima di quel liquido magico.
Io sono agronomo, sommelier e degustatrice e, soprattutto, sono curiosa ma …. non sono una produttrice.
Indossare i panni del vignaiolo è stato quindi per me un profondo esercizio di stile ed un modo per cambiare punto di vista, utile esperienza che ho vissuto con grande piacere e coinvolgimento.
Parlare con le persone, osservare il modo in cui si avvicinano al banchetto chiedendo quasi timidamente dell’azienda e dei vini, rispondere alle loro molteplici domande, assecondarle nelle degustazioni ed ascoltare le loro impressioni, coinvolgerle in approfondimenti specifici sul vino assaggiato, riconoscere gli esperti ed i profani e giocare alla degustazione con entrambe.
Sì, i banchi di degustazione sono impegnativi, fisicamente e mentalmente, ma molto istruttivi, coinvolgenti e divertenti.
Alla fiera Vinifera Luciano di Le Driadi Slow Farm ha portato, tra gli altri vini, il Tilamóre 2022 imbottigliato da soli due giorni, per il quale non era ancora stata preparata la scheda tecnica.
“E qual è il problema? La facciamo fare a chi lo assaggia!”
E così abbiamo coinvolto nel gioco del Tilamóre 2022 diversi degustatori di passaggio, ai quali abbiamo chiesto infine di esprimere l’essenza del vino con una canzone. Ne è nata una curiosa playlist che vi invito ad ascoltare (su Spotify, clicca qui Tilamóre 2022 ), ovviamente in accompagnamento al vino!
Vuoi partecipare anche tu al gioco?
Scarica la scheda tecnica (qui: Tilamóre), apri la bottiglia, scrivici cosa ti colpisce del vino, quale canzone ti evoca e mandala a: alsettimosenso@gmail.com
Ricorda che non importa se senti la frutta polpa gialla o la salvia sclarea, è un gioco dei sensi che coinvolge il cuore e la mente quindi lasciati andare, nulla è sbagliato!
LATO B: breve reportage fotografico del banchetto e di alcuni assaggi che mi hanno colpito