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quattro sarde in padella

quattro sarde in padella

Ieri al supermercato ho trovato delle sarde (o sardine) già pulite che hanno attirato la mia attenzione.
Non ho esitato a portarle a casa e a metterle in padella!
Ho preparato subito una signora pasta con le sarde, anzi una signorina perché, per ovvi motivi di stagione e latitudine, non risulta intensa come quella provata in Sicilia in estate, con l’immancabile finocchietto selvatico colto in situ.
Se non avete la fortuna di trovare le sarde già pulite, al lavoro!
Pulite le sarde: staccate la testa, apritele a libro, fate scorrere il dito tra le due parti ed infine staccate delicatamente la lisca centrale. Sciacquatele ed asciugatele.
In una padella mettete la cipolla ed uno spicchio di aglio tritato, qualche acciuga e qualche cappero; lasciate rosolare per qualche minuto, aggiungere le mandorle tritate, qualche pinolo, un po’ di finocchietto a pezzetti.
Aggiungete un po’ di zafferano, l’uvetta (se vi piace), le sarde tagliate a pezzi grossolani e fate cuocere per una decina di minuti circa.
Nell’acqua di cottura della pasta mettete qualche rametto di finocchietto, cuocetevi la pasta (pasta lunga), scolatela e aggiungete la pasta alla padella.
Aggiungete qualche grano di pepe rosa e un po’ di scorza di limone o di lime grattuggiato, fate saltare e servite, aggiungendo un po’ di olio EVO piccante a piacere.
Ho accompagnato il piatto con un’interessante bottiglia di Bellaguardia Zero pas dosé , un metodo classico a base di durella e di pinot bianco che mi ha fatto scoprire il mio amico Luke Skywalker.

Giallo paglierino carico, quasi dorato, brillante, con un perlage fine e persistente

 

Abbastanza intenso e complesso, fine: note di fiori bianchi, agrumi, crosta di pane

 

Fresco e sapido, intenso e persistente

 

Un vino che lascia una piacevole e dura impronta in bocca: da un’uva che si chiama durella (per via della buccia spessa e dura) non mi aspettavo altro!